19/02/09

Costruire FIDUCIA all'interno delle organizzazioni

"A volte nella vita accadono cose che sono come domande, passa un giorno oppure un anno,
e poi la vita risponde". Alessandro Baricco
La preparazione di un seminario di formazione-intervento per una grossa azienda italiana sul tema "Come sviluppare fiducia all'interno delle Unità Organizzative" mi sta facendo riordinare il materiale via via raccolto nel tempo. Ad es. nel 2006 una ricerca americana tra lavoratori di diverse industrie indicava che solo 1l 49% aveva fiducia nei loro manager e che solo il 16% delle risposte provenienti da organizzazioni molto performanti dichiarava che non possedevano programmi di sostegno della fiducia. Al contrario, il 40% delle risposte da aziende non molto efficienti indicava che da loro, il tema della fiducia non era curato. SINTESI: senza fiducia, i risultati ne soffrono.
La fiducia implica un'azione a tre livelli:
  1. con se stessi
  2. con l'organizzazione
  3. con gli altri
che ne fa emergere la complessità, composta da un mix di tratti del carattere e di competenze da sviluppare.
Per intervenire sul primo livello, legato all'autostima che produce credibilità, trovo estremamente interessante un libro di R. Tannini, "Coach di te stesso" che utilizzando la PNL...insegna come adottare nuovi comportamenti efficaci (coaching comportamentale) indicando risorse, esercizi, strumenti e procedure guidate, con un approccio pragmatico ma tutt'altro che riduttivo. Di questa casa editrice online "Autostima" mi piace l'approccio ampio ma moderno e concreto; con il libro vi forniranno due software, il primo di selfcoaching per velocizzare e monitorare i progressi, il secondo Free-Mind per costruire le vostre mappe mentali.
In aggiunta alle altre due dimensioni della fiducia: sistema organizzativo (da cui nasce l'allineamento) e relazioni interpersonali (che prevede comportamenti coerenti) ne esiste almeno un altro interessante (trascurando quelli legati ai comportamenti cooperativi studiati dall'evoluzionismo e quelli dell'influenza dell'ossitocina sulla fiducia dimostrati da P.J Zak direttore del Centro per gli Studi di Neuroeconomia alla Claremont Graduate University).
Ed è che l'assenza di fiducia è spesso il risultato di un team eccessivamente riluttante a mostrarsi reciprocamente vulnerabile. E viceversa. E' abbastanza naturale, quando entriamo nel ruolo lavorativo, indossare la nostra migliore "maschera da combattimento" e fare del nostro meglio per enfatizzare le nostre capacità e minimizzare, se non nascondere, i nostri punti deboli. Eppure, al di là delle ovvie cautele a mostrare le nostre vulnerabilità agli altri, i legami più forti di fiducia si creano quando ci mostriamo reciprocamente le nostre debolezze, certi che gli altri non ne approfitteranno, ma ci aiuteranno a superarle. E' una condizione base, di partenza per costruire un ambiente motivante, in cui non soltanto vieni valutato ma anche sostenuto.
Sarà interessante in aula lavorare su "si può concretamente costruire fiducia all'interno di un gruppo mostrandoci vulnerabili ? e cos'è la vulnerabilità?"

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