Le grandi aziende hanno bisogno sia di ali sia di un dispositivo di atterraggio C.D. Jackson
La gestione dei rischi di progetto da parecchio tempo ormai è parte essenziale del Project Management, sia secondo P.M.I. che I.P.M.A., i due più famosi istituti in tema di Gestione di Progetti. In due recenti interventi, per Philips Italia e per Egos Bolzano, dopo aver illustrato e discusso alcune metodologie e il diagramma di flusso delle attività, si è lavorato sui comportamenti richiesti al gruppo di progetto. E se siete interessati al rapporto tra risultati e motivazione dei collaboratori vi indico qualcosa di interessante: L’impresa efficiente della Bruno Editore specializzata in ebook per la formazione (a proposito Sperling & Kupfer in collaborazione con la Bruno Editore pubblicherà la versione ebook di due best-seller a carattere finanziario ! Decisamente il fenomeno dei libri elettronici è da tenere sott’occhio) In questo testo di Chiarissimo Colacci si affrontano in modo concreto i temi del miglioramento aziendale pianificando, applicando e realizzando tutte le azioni utili per raggiungere l’obiettivo del miglioramento e il rapporto con i collaboratori.
In entrambi i seminari sul Project Risk Managementi due aspetti sono stati particolarmente gettonati:
Il primo:
-      un approccio sistematico ma adattabile alle esigenze del progetto
-      continua, quotidiana vigilanza nell’identificazione dei rischi
-      alto valore riconosciuto alla percezione individuale dei rischi
-      un flusso libero di informazioni, formali e informali, tra i membri del team
Il secondo è il suggerimento che durante la fase di Risk Analysis, nella squadra venga inserita una persona non coinvolta operativamente nel progetto. La presenza di persone che non conoscono a fondo l'argomento obbliga il gruppo a trovare linguaggio, esempi, modalità non usuali per far comprendere "al neofita" e quest'ultimo, proprio perché non condizionato da schemi mentali automatici, spesso riesce a vedere i rischi da un’altra angolatura. Del resto, un aneddoto riporta questa considerazione di Einstein "non si risolve il problema, con lo stesso modo di pensare che lo ha generato".

 
 
 

 
 
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