23/06/08

Cambiamento, pianificazione e intuizione



"Troppo spesso i pianificatori s'invaghiscono talmente dell'eleganza di un processo di pianificazione da dimenticare il fine ultimo di un piano. Dopotutto anche il generale Custer aveva un piano".

Norman L. Augustine


Sia gli individui che le organizzazioni affrontano spesso i cambiamenti. Di solito quando sono costretti, quando devono affrontare un problema, una differenza fra la situazione attuale e ciò che desiderano e che provoca un disagio non più tollerabile. In generale lo fanno oscillando tra l'impostare un piano di medio-lungo periodo molto logico, molto "manageriale" e l'avere totale fiducia e abbandonarsi ciecamente alle loro "sensazioni".
Il paradosso è che l'intuizione da un lato viene squalificata in favore di un dichiarato approccio razionale mentre poi le ricerche dimostrano che la maggior parte delle decisioni critiche è presa sulla base di "sensazioni di pancia" (Daniel Kahnemann, Gary Klein ecc).
Alle persone viene insegnato che il modo migliore per prendere decisioni è:
-analizzare il problema in modo approfondito
-elencare tutte le opzioni possibili
-valutare le opzioni sulla base di criteri ben definiti
-identificare quale opzione presenta i benefici migliori

Ma nella vita reale non sempre avviene così, i cambiamenti avvengono in situazioni in cui le informazioni non sono tutte disponibili, non c'è molto tempo, il quadro è mutevole, fluido, confuso .
Si affronta il cambiamento come se dovesse essere come un percorso ferroviare, diretto e prevedibile, scordando che spesso segue percorsi tortuosi "…i cambiamenti nascono e crescono come erbacce nel giardino e non come pomodori nella serra…possono attecchire in parti diverse e imprevedibili nell'organizzazione, non necessariamente dove ci pare ovvio o dove seminiamo… "(Mintzberg)

I cambiamenti individuali ed organizzativi invece, spesso imitano ciò che accade nei sistemi naturali dove l'evoluzione non avviene mediante un mutamento graduale ma attraverso una sequenza di rotture di stati di equilibrio da cui emergono nuove forme che spostano il sistema su un altro terreno, (ipotesi degli "equilibri puntuati" S.J Gould). Nell'individuo e nelle organizzazioni l'intuizione gioca un ruolo importante nel favorire e sostenere questi salti.
La si può affrontare scegliendo tra diverse opzioni:
-aspettare passivamente che l'intuizione influenzi le nostre decisioni

-negare che esista e che ci influenzi

- diventare proattivi nell'accoglierla e sviluppare gli atteggiamenti e gli strumenti necessari

Così come l'analisi razionale, l'intuizione può essere addestrata. esercitata e deve procedere di pari passo con la logica (Stephen Covey, Claude Darce, Penney Peirce ecc) Più ci esercitiamo, più acquistiamo fiducia e confidenza evitando di cadere negli eccessi della sua negazione o della sua sopravvalutazione. L'intuizione è necessaria perchè rende disponibile l'informazione proprio quando serve, espande il raggio della comprensione, riorganizza idee e informazioni disparate in un insieme coerente.
La mente silenziosa, mettendo a tacere il chiacchericcio interiore, convoglia energia ed quindi è la matrice dell'intuizione, che così può fluire liberamente, non ostacolata da pregiudizi.

SELF TRAINING: ho elencato alcuni suggerimenti quotidiani che hanno l'obiettivo di porvi in un atteggiamento di curiosità e di scoperta non di una cosa magica o misteriosa, ma di una parte di voi stessi. (per gli approfondimenti cercate in Internet con un motore di ricerca ad esempio sugli autori menzionati e con un po' di intuito scoprirete cosa fa per voi)
  • ponetevi ogni giorno un piccolo problema : aprite a caso un libro, un giornale, e leggete una frase, osservando cosa vi suscita (in relazione al quesito)
  • cambiate ogni tanto la vostra routine giornaliera, fate le solite cose ma cambiando l'ordine, la sequenza; iniziate col variare gli schemi minimi e non "pericolosi" (cambiate la guancia con la quale iniziate a radervi, il percorso per andare in ufficio, il tipo di colazione ecc). Uscite dagli automatismi e osservate cosa vi succede a livello di pensiero e di sensazioni.
  • giocate ad esercitarvi a "prevedere il futuro " : quante mail ci saranno nella mia box, arriverà prima l'ascensore di destra o di sinistra, da quella porta uscira una donna o un uomo, troverò posto esattamente in quello spazio del parcheggio ecc. Non importa se indovinerete o no, non sottovalutate il caso!, l'obiettivo è dare spazio alla possibilità di decidere sulla base di microinformazioni impercettibili per la coscienza attenta e di dare spazio ad altre aree della nstra personalità

Per addestrarsi a lasciare spazio all'intuizione l’unica via possibile è quella di imparare ad ascoltare, e per ascoltare è necessario il silenzio interiore. Dobbiamo essere noi stessi che vogliamo ascoltare e seguire il nostro modo di sentire.Per seguire le proprie sensazioni ci vuole fiducia, per avere fiducia ci vuole tempo.
Di fronte ad un problema iniziate ad ascoltare la vostra intuizione e a corredarla con il processo logico. Se iniziate sempre e solo con la parte razionale, inevitabilmente tenderete a sopprimere l'intuizione.


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