06/12/09

Sai dare un feedback efficace e non valutativo?


Se clikkate su Google “importanza del feedback” ottenete circa 206.000 risultati.
La stragrande maggioranza si riferisce a tre categorie:
  • alla relazione tra capo e collaboratore (prestazione-obiettivi) e sottolineano quanto è necessario che le persone siano informate sul livello di prestazione che hanno erogato : quando e come comunicargli la valutazione sui risultati che hanno raggiunto
  • alla relazione tra docente e allievo e sottolineano quanto è importante fornire un feedback positivo in quanto funzionale allo scopo di incoraggiare l'apprendimento
  • alla relazione tra venditore e cliente (atto d'acqusto-fidelizzazione) (a partire da eBay!) e sottolineano quanto è importante sollecitare ed ottenere feedback positivi per rafforzare la fiducia dell'acquirente
Veramente pochissimi quelli sottolineano che la relazione è un continuum ininterrotto di messaggi scambiati tra gli interlocutori, per cui il feedback è parte costitutiva essenziale del processo comunicativo: "no feed back ? no communication !" ma solo informazione a una via.
Il suggerimento è: in ogni comunicazione (verbale, non verbale o scritta) date sempre feedback, perchè è di questo che si nutre la relazione interpersonale. Fa comprendere al vostro interlocutore che non sta parlando ad uno specchio o a una fronte inutilmente spaziosa o a qualcuno che, per metterlo a disagio, volutamente lo guarda in modo inespressivo. Anche in Internet, nata o meglio, sviluppata per diffondere la comunicazione a tutti i livelli questo vizio (quello di non fornire feed back), questa mancanza di educazione comunicativa si è ampiamente diffusa. Avete presente quando qualcuno per email vi chiede qualcosa? Voi vi date da fare, gli rispondete e dall’altro capo …..silenzio pneumatico !!! Vi ha trattato come un jukebox. Cominciamo ad essere stufi di queste relazioni kleenex, sbrigative, usa e getta, autocentrate su se stessi. Prendersi cura di se stessi e degli altri vuole anche dire prestare attenzione alle aspettative dei nostri interlocutori e non annegare nell’ombelico delle proprie esigenze, ma guardare anche i nostri doveri , anche quelli della cortesia, possibilmente negli occhi degli altri.

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